Cara Mara,
il
tuo gesto, grave ed assai nobile, mi ha fatto riflettere molto. Non vorrei
rimanesse senza un approfondimento collettivo.
Alla
presentazione delle liste, due anni or sono, ero rimasta stupita; non capivo
che cosa ci facesse una pecorella in un bosco pieno di lupi. Ma il mio stupore era
incrementato dal vedere Luca, persona di idee ed ideali, non accorgersi di una
cosa che al bambino del “Re nudo” era apparsa subito palese: una giunta senza un
Sindaco nel senso pieno della parola, ovvero senza una persona veramente a capo di
un’amministrazione.
Ma l’ottimismo è
una cosa dura da morire; pensavo che, in fin dei conti, Luca era una persona
navigata, ricca di molti anni di esperienza umana e politica e che
l’inserimento di una ventata di candore non potesse fare altro che bene al
paese. Quindi mi immaginavo un gruppo di persone in buona fede che, grazie ad
una seria linea di partito ed un’intelligente navigazione, riuscissero a tenere a bada un secondo gruppo di persone che hanno mire mimetizzate ed
obiettivi precisi. Dopo due anni il verdetto: l’impegno disinteressato perde e
l’interesse vince.
Anch’io, da
altra sponda del Consiglio Comunale, mi sono ritrovata a combattere
armata solo di idee e, sinora, ho perso, nella indifferenza e nel silenzio
quasi generale. Insultata, derisa, messa gratuitamente in imbarazzo mi sono
chiesta mille volte quale era il senso della mia permanenza e della mia azione.
Che un esponente della minoranza, minoritaria e donna, perda è nella logica dei
rapporti di potere. Che perda l’esponente più giovane e giovanile, più aperto
e, soprattutto, più votato, e che perda contro la propria maggioranza, è il segnale che vi è uno scoglio di cui si
vede solo la punta. Qual è lo spartiacque
per cui chi sostiene una cosa è approvato e chi dice un’altra cosa è
fuori?
E’ una domanda
non da poco e vorrei chiederla anche a te Mara, anche a te Luca.
La mia risposta
è forse un po’ troppo semplicistica e politica: chi ha il potere lo tiene
stretto e dopo brevissimo tempo lo considera sua proprietà personale e non
ammette la presenza fisica di altri. Ma quale potere si può avere in un paesino
come Caselle? Prima di tutto quello di difendere e promuovere gli interessi di
un gruppo economico di riferimento, di poter formare un clan, un centro di
potere, chiamatelo come volete o potete, con cui poter prendere decisioni che
coinvolgono gli altri senza consultarli. Di potersi appropriare di tutti i
risultati positivi e di scaricare sugli altri quelli negativi. Di poter imporre
un’idea di sviluppo che va bene per il gruppo e va contro quello degli altri,
pochi o tanti che siano. Come si mantiene il potere? Circondandosi di muri di
gomma, di piccole o grandi clientele, dando poco fastidio a chi conta in
termini di voti. Come si crea il gruppo? Con la polvere di cemento, quella
stessa che, quando scappa, acceca anche gli sguardi più limpidi. Qual è il
programma del gruppo di potere? Necessariamente un programma rivolto al
passato, potremmo in altre situazioni definirlo conservatore, perché le novità
necessitano di lungimiranza e di impopolarità. Come si fa a dare l’impressione
di andare avanti tornando indietro? E’ un effetto ottico. E’ il passo che ha
reso famoso Michael Jackson: basta far vedere le gambe che fanno il gesto
dell’avanzare e non far vedere i piedi che scivolano all’indietro. E’
un’operazione di mimetismo dinamico: progressisti all’indietro, persone di
sinistra che vanno a destra, riformisti che conservano. In pratica, se moltiplichiamo
questo atteggiamento per i mille Caselle d’Italia capiamo perché Bersani non ha
vinto e probabilmente non vincerà mai (Viva le profezie di Nanni Moretti!).
Cosa può fare
una Mara? Poco, forse niente. La disperazione dell’impotenza è quella che spinge
alle dimissioni, nella speranza e nel dramma che solo queste possano essere
visibili e formino delle crepe. Macché; la giustificazione di Luca è stata: “E’
stata una sorpresa. Non capisco perché, in fondo aveva lavorato bene”. Io ho
ancora fiducia che Luca ad un certo punto capisca. Ho fiducia che ad un certo
punto almeno il 50% più uno dei Casellesi capisca. Ma perché la gente capisca
occorre rompere i muri di gomma, chiamare le cose con il loro nome senza
definirle “incomprensioni”. Luca, stupiscici, diventa Sindaco. Grazie Mara per
il tuo impegno.
Roberta Bruatto,
Consigliera Comunale SEL