giovedì 11 luglio 2013

Stupiteci! (Lettera aperta a Mara Milanesio)

Cara Mara,
il tuo gesto, grave ed assai nobile, mi ha fatto riflettere molto. Non vorrei rimanesse senza un approfondimento collettivo.
Alla presentazione delle liste, due anni or sono, ero rimasta stupita; non capivo che cosa ci facesse una pecorella in un bosco pieno di lupi. Ma il mio stupore era incrementato dal vedere Luca, persona di idee ed ideali, non accorgersi di una cosa che al bambino del “Re nudo” era apparsa subito palese: una giunta senza un Sindaco nel senso pieno della parola, ovvero senza  una persona veramente a capo di un’amministrazione.
Ma l’ottimismo è una cosa dura da morire; pensavo che, in fin dei conti, Luca era una persona navigata, ricca di molti anni di esperienza umana e politica e che l’inserimento di una ventata di candore non potesse fare altro che bene al paese. Quindi mi immaginavo un gruppo di persone in buona fede che, grazie ad una seria linea di partito ed un’intelligente navigazione,  riuscissero a tenere a bada un secondo  gruppo di persone che hanno mire mimetizzate ed obiettivi precisi. Dopo due anni il verdetto: l’impegno disinteressato perde e l’interesse vince.
Anch’io, da altra sponda del Consiglio Comunale, mi sono ritrovata a combattere armata solo di idee e, sinora, ho perso, nella indifferenza e nel silenzio quasi generale. Insultata, derisa, messa gratuitamente in imbarazzo mi sono chiesta mille volte quale era il senso della mia permanenza e della mia azione. Che un esponente della minoranza, minoritaria e donna, perda è nella logica dei rapporti di potere. Che perda l’esponente più giovane e giovanile, più aperto e, soprattutto, più votato, e che perda contro la propria maggioranza,  è il segnale che vi è uno scoglio di cui si vede solo la punta. Qual è lo spartiacque  per cui chi sostiene una cosa è approvato e chi dice un’altra cosa è fuori?
E’ una domanda non da poco e vorrei chiederla anche a te Mara, anche a te Luca.
La mia risposta è forse un po’ troppo semplicistica e politica: chi ha il potere lo tiene stretto e dopo brevissimo tempo lo considera sua proprietà personale e non ammette la presenza fisica di altri. Ma quale potere si può avere in un paesino come Caselle? Prima di tutto quello di difendere e promuovere gli interessi di un gruppo economico di riferimento, di poter formare un clan, un centro di potere, chiamatelo come volete o potete, con cui poter prendere decisioni che coinvolgono gli altri senza consultarli. Di potersi appropriare di tutti i risultati positivi e di scaricare sugli altri quelli negativi. Di poter imporre un’idea di sviluppo che va bene per il gruppo e va contro quello degli altri, pochi o tanti che siano. Come si mantiene il potere? Circondandosi di muri di gomma, di piccole o grandi clientele, dando poco fastidio a chi conta in termini di voti. Come si crea il gruppo? Con la polvere di cemento, quella stessa che, quando scappa, acceca anche gli sguardi più limpidi. Qual è il programma del gruppo di potere? Necessariamente un programma rivolto al passato, potremmo in altre situazioni definirlo conservatore, perché le novità necessitano di lungimiranza e di impopolarità. Come si fa a dare l’impressione di andare avanti tornando indietro? E’ un effetto ottico. E’ il passo che ha reso famoso Michael Jackson: basta far vedere le gambe che fanno il gesto dell’avanzare e non far vedere i piedi che scivolano all’indietro. E’ un’operazione di mimetismo dinamico: progressisti all’indietro, persone di sinistra che vanno a destra, riformisti che conservano. In pratica, se moltiplichiamo questo atteggiamento per i mille Caselle d’Italia capiamo perché Bersani non ha vinto e probabilmente non vincerà mai (Viva le profezie di Nanni Moretti!).
Cosa può fare una Mara? Poco, forse niente. La disperazione dell’impotenza è quella che spinge alle dimissioni, nella speranza e nel dramma che solo queste possano essere visibili e formino delle crepe. Macché; la giustificazione di Luca è stata: “E’ stata una sorpresa. Non capisco perché, in fondo aveva lavorato bene”. Io ho ancora fiducia che Luca ad un certo punto capisca. Ho fiducia che ad un certo punto almeno il 50% più uno dei Casellesi capisca. Ma perché la gente capisca occorre rompere i muri di gomma, chiamare le cose con il loro nome senza definirle “incomprensioni”. Luca, stupiscici, diventa Sindaco. Grazie Mara per il tuo impegno.  

Roberta Bruatto, Consigliera Comunale SEL