martedì 19 aprile 2016

Un anno e mezzo di fuoco


Ricordiamo alcuni fatti di cronaca locale riportati dagli organi di stampa locale:

  • Caselle - 14 settembre 2014 - Rifiuti a fuoco in via alle Fabbriche.
  • Caselle - 30 ottobre 2014 - Incendio distrugge sette aziende in viale Bona, danni per un milione di euro.
  • Leinì - 18 febbraio 2015 - In fiamme la fabbrica di sedie “Emina” di Leini.
  • Caselle - 20 febbraio 2015 - Misterioso incendio distrugge un’auto.
  • Caselle - 11 e 13 aprile 2015 - Due incendi devastano il club per scambisti di via Venaria.
  • Mappano - 21 aprile 2015 - Incendio devasta il deposito di un'azienda di sedie a rotelle della ditta “Nuova Blandino”.
  • Mappano di Leini - 23 maggio 2015 - Fiamme alla ditta “Kreatek” di viale Kennedy, si indaga su pista dolosa.
  • Leinì - 12 agosto 2015 - Fiamme distruggono camion di una ditta di trasporti, si indaga su ipotesi dolosa.
  • Caselle - 24 novembre 2015 - Rogo danneggia danneggia l'esterno del “Bar Angel’s” in via Vernone.
  • Caselle - 22 dicembre 2015 - incendio al “Crazy Bar” in Via Madre Teresa di Calcutta.
  • Caselle - 6 gennaio 2016 - Sette motorini delle Poste distrutti dal fuoco.
  • Caselle - 6 aprile 2016 - Bruciato escavatore appartenente alla ditta edile di Marco Chiabodo nel cantiere del nuovo polo residenziale di via Marco Polo. Rogo doloso, si segue la pista dell’estorsione.

Probabilmente non per tutti gli incendi elencati si potrà parlare di origine dolosa. Per altri invece tale matrice sembra quasi certa.
Di certo sconcerta la frequenza del succedersi degli incendi e, qualora venisse confermata la pista dolosa, la disinvoltura con cui si praticano e si ripetono gli atti dolosi. Aspetti che non possono che allarmare.
Le forze politiche locali presenti sul territorio non possano esimersi dal prendere atto della preoccupante situazione che sembra delinearsi e promuovere urgenti azioni di contrasto al possibile radicamento di realtà malavitosa che sembra apparire sempre più attiva, disinvolta ed a volte spregiudicata.
Dovere dei rappresentanti politici locali è la difesa delle istituzioni, della legalità, della sicurezza dei cittadini e del lavoro delle aziende.
Nel ricordare che dagli atti dell’inchiesta “Minutauro”, sembra emergere l’inquietante sospetto che gli unici cittadini a non accorgersi delle sempre più diffuse infiltrazioni malavitose nella società civile fossero proprio i politici locali, volendo evitare di accomunare gli amministratori casellesi a quelli interrogati dai giudici dell’inchiesta citata, nei giorni scorsi abbiamo chiesto al sindaco: quali strumenti siano stati fin qui adottati per impedire qualsiasi forma di intimidazione ed estorsione nei confronti dei cittadini casellesi; quali azioni siano state intraprese per incoraggiare i cittadini a denunciare i misfatti; quali strumenti siano stati adottati per impedire possibili infiltrazioni malavitose nella politica e nelle istituzioni locali; quali ulteriori strumenti incisivi si intendono adottare per contrastare un fenomeno che sembra apparire in continua espansione.

venerdì 11 dicembre 2015

La politica si interroghi

Come tutti sappiamo l’ex Sindaco ed ex Assessore di Caselle Giuseppe Marsaglia è stato condannato ad un anno e quattro mesi per tentata concussione nei confronti del titolare del supermercato “Guercio”. A sua difesa si è schierata l’intera attuale maggioranza.
Nell’ultimo Consiglio Comunale l’attuale Sindaco affermava che “la politica si deve interrogare”.
Condividiamo pienamente questa affermazione. Per ottenere risposte utili però è necessario formulare le domande giuste. Se si sbagliano le domande non si possono ottenere risposte efficaci.
Non serve a nulla continuare a chiedersi “cosa significa oggi amministrare”, oppure “per quale motivo chi amministra rischia di esser perseguitato dalla giustizia”.
Noi pensiamo, molto semplicemente, che “amministrare” significhi cercare di risolvere i problemi dei cittadini.
Quel che invece un amministratore non può e non deve fare è “negare” un diritto ad un cittadino o anche solo “minacciare” di volerglielo negare.
Poniamoci allora le domande giuste:
- Per quale motivo nell’attuale maggioranza di Caselle vi sono così tante persone coinvolte in vicende giudiziarie?
- Tre ex assessori ed un consigliere comunale hanno avuto a che fare con la giustizia. Per due di questi è già stata emessa la sentenza di condanna. Come può l’attuale maggioranza essere credibile quando parla di “difesa della legalità”? Come mai la politica non è in grado di allontanare dall’amministrazione le persone poco limpide?
- E’ eticamente accettabile che un’Amministrazione Comunale denunci un proprio Assessore per aver realizzato un’opera abusiva e lo mantenga in carica fino a quando la Magistratura non abbia emesso un verdetto di condanna?
- Per quale motivo si è costretti ad aspettare che la Magistratura sancisca l’illegalità di un’azione o di un comportamento?
- La politica non è in grado di giudicare quando un comportamento è illecito?
- La politica possiede gli “anticorpi” necessari ad impedire le infiltrazioni dei malintenzionati?
- I partiti riescono a farsi rappresentare da persone oneste, degne, trasparenti e capaci?
Chi ricopre incarichi amministrativi ed è coinvolto in indagini giudiziarie, risolva prima i suoi problemi con la giustizia, dimostri la sua buona fede e poi torni ad occuparsi di politica.
Concussione, abusivismo, falso in atto pubblico e falsa testimonianza. Queste le accuse rivolte ad alcuni rappresentanti politici casellesi dell’attuale maggioranza.
La maggioranza politica di Caselle si interroghi. E si interroghi anche il Partito Democratico, chiedendosi da quali persone si è fatta rappresentare in questi anni.
Non spetta a noi giudicare l’innocenza o la colpevolezza delle persone e siamo e vogliamo continuare ad essere “garantisti”. I partiti e lo politica però devono avere la forza di far pulizia al proprio interno, di farsi rappresentare da persone oneste, di condannare gli illeciti senza dover forzatamente aspettare l’intervento della Magistratura.
Il rischio, altrimenti, è quello di vedere sempre più persone che si allontanano dalla politica o, peggio ancora, che si rifugiano in autoritarismi antidemocratici.
Abbiamo il compito di far funzionare la democrazia.
Solo così si potrà evitare l’insorgere di derive dittatoriali ed autoritarie.

mercoledì 23 settembre 2015

Il Comune concilia

Ennesima dimostrazione della gestione superficiale di un settore così importante per il territorio.
Da anni il nostro gruppo denuncia la preoccupante gestione pressappochista del settore e le impraticabili soluzioni proposte dall’Amministrazione. Critiche convalidate dal recente ritorno dei “vigili” in gestione ai Comuni con la chiusura della fallimentare esperienza unificata NET.
Con questa richiesta di “conciliazione” l’Amministrazione Comunale certifica il fallimento della gestione del settore di questi anni e riconosce di non aver rispettato i contratti di lavoro dei suoi dipendenti, non avendo erogato le somme dovute per 10 lunghi anni.
Molto grave constare che un Ente preposto a far rispettare le regole sia il primo a non rispettarle.

martedì 16 giugno 2015

I disservizi della raccolta rifiuti devono essere rimborsati

Il Tribunale di Ivrea, con un’ordinanza esecutiva, ha confermato che, nel caso si verifichi un disservizio, i Comuni sono tenuti a pagare solo il servizio effettivamente svolto.
Da anni continuiamo a segnalare disfunzioni nel servizio di raccolta rifiuti e ad indicare servizi contemplati dal capitolato d’appalto, regolarmente contabilizzati ed imputati ai Casellesi, ma non erogati.
Da anni chiediamo che l’Amministrazione Comunale di Caselle esiga il rimborso dei servizi previsti, pagati dai cittadini ma non effettuati dall’azienda di raccolta dei rifiuti.
Oggi, ad avvalorare le nostre richieste, contribuisce il tribunale di Ivrea che con la sentenza citata legittima le Amministrazioni Comunali a non pagare alle aziende i servizi non svolti.
Per questo motivo, nei giorni scorsi, abbiamo nuovamente chiesto all’amministrazione comunale di procedere immediatamente a quantificare i servizi non svolti dall’azienda raccolta rifiuti e di avviare la procedura di richiesta di rimborso delle somme corrispondenti ai servizi non erogati.

venerdì 12 giugno 2015

Bilancio in ritardo

Da troppo tempo ribadiamo come sia indice di poca serietà approvare i bilanci comunali, siano essi consuntivi o preventivi, quando l’anno solare volge al termine.
Siamo consapevoli delle molteplici variabili ed incertezze che incessantemente arrivano dal governo nazionale e comprendiamo le difficoltà che gli Enti Locali si trovano a dover superare, ma l’approvazione dei bilanci casellesi degli ultimi 10 anni non è praticamente mai avvenuta prima del mese di giugno, quasi un record nazionale.
Quest’anno, a conferma della validità di queste annose osservazioni, è dovuta intervenire la Prefettura di Torino che ha imposto a Caselle, come ad altri comuni piemontesi, l’approvazione del “rendiconto di gestione 2014” entro la prima metà del mese di giugno, pena il commissariamento dell’Amministrazione Comunale.

lunedì 18 maggio 2015

Troppi incendi

  • 30/10/2014: un incendio nella notte distrugge sette aziende all'interno dell'ex lanificio Bona;
  • 03/01/2015: un furgone adibito al trasporto di frutta e verdura, parcheggiato in via Venaria, prende misteriosamente fuoco durante la notte;
  • 18/02/2015: in fiamme una fabbrica di sedie di Leini;
  • 13/04/2015: un incendio devasta il club per gli scambisti;
  • 21/04/2015: un incendio devasta il deposito di un'azienda di sedie a rotelle a Mappano.
Queste situazioni potevano probabilmente risultare frequenti un paio di secoli fa, ma oggi possiamo contare sulla legge 81/2008, sull’Inail, sull’ Asl, sui servizi di prevenzione e protezione, ecc. Questo susseguirsi di incendi risulta quindi quanto meno sorprendente.
Non abbiamo elementi per formulare accuse o individuare responsabilità, ma crediamo che sia indispensabile ed urgente un aumento di attenzione nei confronti di un susseguirsi di eventi che possiedono modalità proprie dei metodi malavitosi.

lunedì 23 marzo 2015

Malfunzionamento semaforico a Mappano

Con un’interrogazione presentata nei giorni scorsi al Consiglio dell’Unione dei Comuni Net, abbiamo segnalato che il semaforo con telecamera posto a Mappano su via Rivarolo, ormai da molte settimane, sulla direzione Mappano-Torino riporta una delle due lampadine evidenzianti la freccia con il verde di libero transito,“bruciata”.
La preoccupazione che ci assilla è che, se si dovesse “bruciare” anche la seconda lampadina, non sarebbe più possibile per gli automobilisti capire quando viene concessa la libertà di transito, ma soprattutto potrebbe pregiudicare la possibilità per l’Amministrazione Comunale di “spillare” importanti risorse ai conducenti, che potrebbero decidere di non pagare l’ammenda intentando un ricorso a causa del mal funzionamento dell’impianto semaforico.
Evidenziando la poca attenzione riservata alla manutenzione delle strutture, anche se fonte di importanti entrate (sia pur estorte ai cittadini), vogliamo anche a sottolineare come, per lo stesso semaforo ma in direzione opposta, ossia da Torino a Mappano, in alcune ore assolate della giornata, risulta difficile individuare il colore della luce semaforica accesa, condizione foriera di incertezza e disorientamento tra i conducenti.